I falchi e le colombe nel board della Fed

La nomina di John C. Williams alla guida della Fed di San Francisco – al posto di Janet Yellen, oggi vicepresidente del board di Washington – ha rafforzato il “partito” di Ben Bernanke.

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Williams, veterano tra gli economisti della banca centrale, sembra infatti avere un approccio piuttosto pragmatico, a volte persino spregiudicato, sulle questioni oggi al centro dell’attenzione della politica monetaria.

Il suo lavoro come capo delle ricerche a San Francisco lo ha portato a lodare le recenti iniziative della Federal reserve, come l’acquisto di titoli sul mercato, che secondo Williams possono ridurre il tasso di disoccupazione di 1,5 punti percentuali entro il 2012 e hanno quasi sicuramente – è la sua tesi – evitato la deflazione. Il neo presidente ha anche sostenuto che potrebbe essere opportuno adottare un obiettivo di inflazione un po’ superiore all’attuale – e, per la Fed, implicito – due per cento. Sono argomenti che avvicinano Williams alle “colombe”. 

All’inverso – come sottolineano sia Michael Feroli di JPMorgan sia Troy Davig di Barclays – Williams, ha sempre avvertito che legare troppo la politica monetaria al tasso di disoccupazione può essere fuorviante: la misurazione in tempo reale dell’output gap, la differenza tra la crescita potenziale e quella effettiva, e del tasso naturale di disoccupazione, è sempre molto approssimativa. Non a caso la Banca centrale europea sostiene da sempre di dare poca importanza a questi parametri. Questo approccio sembra avvicinare Williams ai “falchi”.

Il risultato finale, per Williams, depone a favore di una posizione “centrista”. Anche con il suo ingresso, però, la composizione dell’organismo di politica monetaria della Fed, il Federal Open Market Committee – ricostruita dalla JPMorgan – prevede ancora una prevalenza di colombe, favorevoli a una politica espansiva, rispetto ai falchi, più attenti ai rischi di inflazione.

Una ricostruzione analoga, con attenzione anche alle sfumature, Fomcè stata fatta anche dalla Barclays capital l'11 marzo. I risultati sono solo parzialmente diversi.