È sicuramente una sorpresa. Una recente analisi di BankofAmerica Merrill Lynch, che ha compiuto uno “stress test” sui titoli di Stato, è giunta alla conclusione che il debito italiano è al momento più sostenibile di quello degli Stati Uniti. L’analisi ha elaborato diversi scenari, senza attribuir loro una probabilità specifica ma assicurandosi solo che ci fosse una coerenza interna tra le previsioni di Pil, tassi d’interesse e quindi inflazione; e ha raggiunto risultati inattesi.
L’Italia supera lo stress test. Lo scenario mediano, spiegano Ethan Harris e Gustavo Reis, indica una stabilità del debito nei prossimi dieci anni, e i rischi sono «grosso modo bilanciati». Per gli Stati Uniti, invece, «la situazione ha un’asimmetria più evidente». Predominano gli scenari meno favorevoli, e quello mediano punta decisamente a un aumento del debito.
Tutto questo non segna il destino dei due paesi: l’Italia non è ancora «fuori pericolo», mentre la situazione degli Stati Uniti è aggiustabile. Come, non è difficile capirlo. «Le sfide fiscali non sono sganciate dal più basso livello di crescita potenziale – la velocità massima che un’economia può raggiungere senza creare inflazione, ndr – che alcune delle economie avanzate hanno probabilmente subìto. Quindi, un risanamento fiscale di successo dovrebbe evitare una politica restrittiva, che danneggi la crescita nel breve termine. e lasciare senza risposta i problemi di lungo periodo, una scelta ugualmente cattiva».
Non è questa la strada che viene percorsa. In Italia «il programma fiscale non include nessuna significativa misura per rivitalizzare la crescita, e la politica resta contorta»; negli Usa il tema della crescita e dell’equilibrio tra breve e lungo termine «sembra si stia perdendo nel dibattito politico».
Non è difficile però individuare dove il problema crescita sia più grave. Non è negli Stati Uniti.