È una decisione difficile e coraggiosa: “Far scoppiare la bolla [immobiliare] è una scelta necessaria per un sano sviluppo dell’economia cinese”; ha scritto l’ufficiale China Securities Journal nel suo editoriale del 20 aprile. Prezzi delle case troppo alte sono un forte peso per i consumatori e fanno aumentare i rischi per la stabilità finanziaria, la crescita, “e anche la stabilità sociale”.
Il governo ha deciso di usare strumenti amministrativi per far sgonfiare i prezzi: ha aumentato al 50%, dal 40%, la caparra minima per l’acquisto della seconda casa, e al 30% dal 20% quella per l’acquisto di un prima casa di oltre
La Cina cerca così di raggiungere due obiettivi.
Il primo è quello di far sgonfiare i prezzi: “Quando la domanda per gli acquisti speculativi si calmerà, il mercato immobiliare della Cina subirà un aggiustamento di breve termine”, ha avvertito il giornale. "Crediamo che le quotazioni [immobiliari] possano scendere in modo significativo, fino al 20-30%, tra il 2010 e il 2011", hanno previsto Wensheng Peng e Jian Chang in una ricerca per Barclays Capital.
Il secondo obiettivo è quello di aumentare l’attività e l’offerta di case: “Le costruzioni – ha aggiunto Maguire – hanno un forte moltiplicatore sull’economia e in particolare sull’occupazione”. Un investimento in nuovi edifici, quindi, moltiplica reddito e posti di lavoro anche in altri settori economici.
L’esperimento è interessante, e varrà la pena seguire gli sviluppi del settore immobiliare cinese. Secondo Maguire, “se assumiamo che i redditi nominali delle famiglie crescano del 15% annuo, cosa noi crediamo assolutamente plausibile, mentre i prezzi nominali delle case rimangano fermi, allora il rapporto tra il prezzo medio degli immobili sul reddito calerà dall’attuale livello di 14 versi la media dell’Asia orientale di 6 entro cinque anni”. I consumi cinesi potranno aumentare più rapidamente.