John Dalli ha detto no. Il nuovo Commissario Ue al consumo vuole rinviare un’iniziativa legislativa che aveva lo scopo di dare ai consumatori e alle aziende la possibilità di ottenere risarcimenti in tribunale se vittime di comportamenti anticompetitivi. La proposta, preparata dal precedente commissario Neelie Kroes, può ora essere sospesa – secondo il “Financial Times” – per anni, forse per sempre: la Commissione proporrà ora un progetto meno avanzato.
Dalli si è così piegato alla volontà delle aziende europee e delle multinazionali Usa, che preferiscono essere multati dai burocrati della Commissione Ue per abusi in materia di antitrust, ma si rifiutano di andare di fronte a tribunali indipendenti per pagare, eventualmente, danni ai consumatori. Anche se il sistema sostenuto da Kroes era molto lontano dalle class action previste negli Stati Uniti, che non è, in realtà, un sistema anti-business. Ci si sarebbe atteso esattamente il contrario: un sì ai tribunali e alle regole generali del diritto – anche con qualche garanzia contro i comportamenti scorretti delle associazioni di consumatori ‘permanenti’ – un no ad authority amministrative e a decisioni discrezionali.
Questa è una sconfitta e un segnale d’allarme, per tutti. In Europa, più che altrove, il “mercato” è diventato semplicemente una somma di aziende, spesso grandi aziende, con privilegi pubblici e legali e poteri oligopolistici o monopolistici, non un sistema policentrico che permette la competizione (e quindi l’innovazione) e la libertà di scegliere, e promuove la fiducia. Questo non è liberalismo, né vecchio, né nuovo. Soprattutto, non è un buon modello economico.